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Comune di Canossa – Riserva Naturale della Rupe di Campotrera Canossa

La Riserva Naturale Regionale della Rupe di Campotrera è stata istituita con deliberazione del Consiglio Regionale n. 1268 del 13/10/1999 ed ampliata di recente con Deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 67 del 6/12/2011.
Gestita direttamente dal Comune di Canossa dal ‘99.
É situata in comune di Canossa nell’area matildica sulle prime colline reggiane, in vista del torrente Enza e prossima al confine con la provincia di Parma ed ha un’estensione complessiva di 41,85 ettari.
É ricompressa all’interno di un sito di Importanza Comunitario denominato SIC Rupe di Campotrera, Rossena – IT4030014 ampliato nel Luglio del 2012 ed avente una superficie complessiva di 1405 ettari e del più ampio Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto della Collina Reggiana.

 

I sentieri

La Riserva Naturale è un’aula didattica all’aperto: gode di sentieri didattici (i principali sono il sentiero geologico del Rio della Fornace – accesso da rossena ed il Sentiero dei Minatori – accesso da Cerezzola) entrambi attrezzati con bacheche ed indicazioni grazie al quale il visitatore e appassionato può fare visite autogestite.

Esistono altre opportunità per l’escursionismo il sentiero perimetrale, quello che conduce alla Torre di Rossenella, a Rossena, il sommatale o quello che da Campotrera porta al canale ducale d’Enza.

La geologica della rupe

La Rupe (450 m) è un frammento roccioso creato, circa 170 milioni di anni fa, dalla fuoriuscita di magma sul fondo dell’antico Oceano Ligure-piemontese. In seguito all’orogenesi appenninica, nel Cretacico superiore le porzioni di crosta oceanica si trovarono immerse nella massa delle argille e furono trasportate per molti chilometri prima di riemergere nelle colline e montagne emiliane, dove oggi spiccano nel paesaggio per la maggiore resistenza all’erosione.
La Rupe rappresenta la più imponente emergenza rocciosa intorno al castello di Rossena, dove si contano una decina di rilievi ofiolitici. E’ formata da rocce basaltiche, dalla caratteristica colorazione rossastra dovuta all’ossidazione di composti ferromagnesiaci, ai quali si deve anche il toponimo Rossena. In Emilia le ofioliti situate a maggiore distanza dalla catena appenninica sono costituite quasi sempre da serpentiniti di colore verde scuro e i basalti di Campotrera sono un’eccezione di grande interesse geologico. La Riserva è parte del Coordinamento Italiano Aree Protette Ofiolitiche.
Sono presenti alcune vecchie cave di pietra vulcanica attive sino a una quarantina di anni fa che hanno aperto ampi fronti roccioso con visibili lave a cuscino. Ricerche svolte in seguito hanno portato alla scoperta di un ricco elenco di minerali, anche di particolare rarità come la datolite rosa.

Il singolare mondo vegetale delle ofioliti

La particolare natura chimica del substrato, povero di nutrienti e con alte concentrazioni di ferro, magnesio e nichel, nonchè le alte temperature raggiunte dalla roccia sotto i raggi del sole fanno delle ofioliti uno dei luoghi più selettivi per la flora, con diverse specie rare o esclusive.

Nelle fessure delle pareti assolate crescono crassulente del genere Sedum e le rosette carnose di Sempervivum tectorum, mentre negli angoli più ombrosi sopravvivono delicate felci. Sui detriti rocciosi e su argille in erosione al confine della riserva, che si alternano al querceto a roverella, risaltano specie rare come lino delle fate piumoso, dittamo o limonella, scilla autunnale e Camphorosma monspeliaca, un arbusto nano dall’intenso aroma. Barlia robertiana è forse la più rara tra le orchidee della riserva, nella quale sono presenti anche Ophrys sphegodes, Ophrys bertolonii, Orchis provincialis, Orchis simia e Himantoglossum adriaticum. Una curiosità è il fico d’India nano, una specie americana ormai naturalizzata lungo le pareti rocciose del sentiero che sale al castello di Rossena.

La fauna della rupe

La diversità di ambienti presenti nella Riserva consente la presenza di una buona varietà di specie animali, con particolare riferimento all’avifauna.
Sono presenti all’interno della zona 4 specie di uccelli di importanza comunitaria: (Succiacapre-Caprimulgus europaeus, Tottavilla-Lullula arborea, Averla minore-Lanius collurio e Ortolano-Emberiza hortulana) inserite nell’allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE riguardante la protezione dell’avifauna selvatica ed anche habitat inseriti nell’allegato 1 della direttiva 92/43/CEE “Direttiva habitat”, per lo più legati agli ambienti rocciosi e aridofili di cui alcuni prioritari.

Nella riserva sono state fino ad ora individuate 5 specie di anfibi: il tritone punteggiato (Triturus vulgaris), il tritone crestato (Triturus carnifex), la raganella (Hyla intermedia) e la rana verde (Rana esculenta complex), il rospo comune (Bufo bufo). Tra i rettili, il ramarro (Lacerta viridis), la luscengola (Chalcides chalcides), il biacco (Coluber viridiflabus), la biscia dal collare (Natrix natrix), la vipera (Vipera aspis).

Sono state fino ad ora segnalate 56 specie di uccelli, di cui 29 nidificanti, 5 svernanti, 10 presenti esclusivamente durante gli spostamenti migratori.
Le pareti rocciose della Riserva sono frequentate da gheppio, taccola, codirosso, spazzacamino, picchio muraiolo. Importante l’avvistamento del Falco pellegrino.
Tra gli ungulati, nella riserva sono presenti il capriolo (Capreolus capreolus) e il cinghiale (Sus scrofa), mentre il daino (Dama dama) risulta essere meno diffuso.
Tra i carnivori, la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), il tasso (Meles meles), la donnola (Mustela nivalis).
L’area presenta diverse zone idonee di rifugio per i chirotteri (pipistrelli), sia sulla rupe che nel bosco.

 

Attività per la cittadinanza

 

Eventi in Ottobre 2023

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